Come non superare la prova costume ed essere felice

Tutti i giorni mi alzo e lei è lì. Mangio e lei è lì. Vado a dormire e…sì, esatto. Lei è lì.
Non giriamoci intorno. Andiamo dritti al punto.
Sto parlando della pancetta.

E non quella croccante che, se adagiata dentro un hamburger, rende la tua giornata migliore.
Bensì quella che risiede intorno al giro vita e che ti ricorda tutta la sua morbidezza nel momento esatto in cui devi provarti quel meraviglioso costume fucsia che tanto hai cercato.

Ma io non mi faccio scoraggiare. Nossignore.

Così, un giorno, sono entrata in un negozio di costumi.
Ad accogliermi il cartellone pubblicitario con una nota ex velina mora e il suo seno che probabilmente gode di vita propria tanto è grande. Fisico perfetto e gambe lunghe quanto la Milano-Meda.
La mia autostima ha fatto dietrofront per uscire dalla porta, ma l’ho afferrata per i capelli riportandola nei ranghi.
Abbiamo una missione da portare a termine: s-h-o-p-p-i-n-g!

Non amo fare compere se questo significa provare mille e mille capi all’infinito e men che meno perdermi in chiacchiere quando per gran parte del tempo sono mezza nuda in un negozio.
Peccato che la commessa davanti a me non lo sapesse. Infatti riuscire a provare quel costume, proprio quello che con l’abbronzatura è la morte sua, è stata un’impresa.

Sai che dello stesso modello abbiamo anche la versione verde?

Molto bello, ma quello fucsia è proprio quello che volevo. Grazie!

Ok, te lo prendo. Taglia? Ma lo sai che abbiamo anche un bellissimo vestitino abbinato che con il colore dei tuoi occhi starebbe benissimo? E poi le ciabattine da spiaggia sulle stesse nuance del costume e la borsa da mare in coordinato le vuoi vedere?” – L’attacco della commessa è stato talmente letale che il mio occhio destro ha cominciato a tremolare. Un’altra domanda e l’avrei attaccata alla gola. Giuro.

Costume. Fucsia. Grazie.

Ma…con il colore dei tuoi occhi…

Fucsia!

Finalmente riesco ad entrane nel camerino.
Me lo provo.
Mi specchio.
Inizia il “Trova le differenze” con la gnocca sul cartellone. Il gioco finisce, inspiegabilmente, presto.
Depressione e sguardo alla Lana del Ray.
Due secondi di silenzio.
Sospirone.

Tutto bene lì dentro?
Oddio del Cielo, è tornata.

Scosto leggermente la tendina e la commessa sembra vedere la Madonna.

Ma stai benissimo! Quel colore mette in risalto…
…i miei occhi?
Si! Proprio quelli!

Ci avrei giurato. Qui dentro tutto sembra risaltare il colore dei miei occhi.
Qualcosa mi dice che sarebbe stata la stessa cosa anche se li avessi avuti marroni, per esempio.

Rientro nel loculo. Sbircio il prezzo. Accettabile.
Sbircio anche il mio fondo schiena. Era meglio non farlo.

Mi rivesto e mi fermo qualche secondo a riflettere.
Comprare o non comprare. Son problemi eh.
Alla fine mi decido. Lo compro!

Insomma, inutile farsi troppe pare mentali quando ormai è tardi.
Me la sono goduta.
Ho bevuto due bicchieri di bianco invece di uno e mangiato una porzione di uramaki special di troppo.
In quel momento ero felice. Tanto basta.

Senza dimenticare che quest’estate so esattamente su cosa puntare: il colore dei miei occhi!

Stasera sushino?

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