Se all’università Iulm esiste un corso che si chiama “Laboratorio di giornalismo e new media” vorrà dire pur qualcosa. Ebbene si.
Non dobbiamo più stupirci dell’associazione di questi due termini. Il nesso è più che mai evidente oggi, soprattutto per una giovane e curiosa studentessa come me, che siccome ama tenersi informata, lo fa con ogni mezzo possibile: giornali on-line (per praticità), blog, telegiornali, ecc…
Non è un caso che abbia menzionato solo media digitali e non cartacei. Non che ritenga quest’ultimi obsoleti, ma sono innegabili le comodità di un mezzo di comunicazione on-line (tra pc portatili, iPhon, telefonini ultra tecnologici). Come è innegabile anche una componente puramente estetica ed edonistica nell’uso di apparecchi all’ultima moda, che sono dei veri e propri status symbol.
Uno studio sull’impatto di internet sul giornalismo ha fatto emergere interessanti risultati, alcuni inerenti ai social network :
“Nuove forme di distribuzione e di contatto con il pubblico, come i social network e Twitter, sono utilizzate con maggiore frequenza. Anzi, oltre il 66% degli intervistati lamenta di non essere stato coinvolto dall’azienda in alcun tipo di aggiornamento professionale sull’utilizzo dei nuovi media. Un elemento che dovrebbe fare riflettere gli editori su quanto hanno effettivamente fatto per diffondere nelle redazioni una cultura multimediale e una effettiva preparazione dei propri giornalisti ad affrontare il futuro della professione.”
Ovviamente c’è chi è contrario con quest’idea, ma personalmente credo che sia in atto una rivoluzione del “far notizia” , che ha come attori non solo i giornalisti, ma anche i blogger e le persone comuni. Tralasciando per un momento i motivi per cui si scrive sui social network e si postano video e foto, assistiamo comunque a veri e propri documenti della realtà.
Chi, più di una persona coinvolta o direttamente sul posto, può documentare (filmando, fotografando) un fatto? Si tratta pur sempre di reporter, anche se non tradizionali.
2 comments
Ciao! Bell'articolo 🙂 A proposito dell'argomento, vorrei invitarti a riflettere sulla nuova strategia di comunicazione di Twitter. La vecchia homepage del più famoso sito di microblogging recitava: “Twitter is a service for friends, family and co-workers to communicate”. Nella nuova versione, invece, troviamo la frase “Share and discover what’s happening right now, anywhere in the world”. L'uso di Twitter in occasione della protesta iraniana (e in Italia, seppure in misura minore, durante il terremoto in Abruzzo) ha aiutato a comprendere le reali potenzialità di un mezzo che trova nella semplicità e nell'immediatezza le sue armi più forti. Un vero must per ogni giornalista del 21 secolo.
Alla prossima e complimenti ancora per il blog e l'articolo 🙂
Ciao, grazie!
Questo non fa che avvalorare la tesi del mio post!E' inevitabile dopo che accadono fatti come quelli di Giugno, dove addirittura una protesta a Teheran è stata organizzata e poi documentata su Twitter! Leggi qui:
http://www.corriere.it/esteri/09_giugno_21/iran_protesta_twitter_viviana_mazza_f4b76ab6-5e3f-11de-8c08-00144f02aabc.shtml