Il peggior primo appuntamento della mia vita

La buona riuscita di un primo appuntamento spesso è inversamente proporzionale a quanto l’altra persona ti piace.

Il peggior primo appuntamento della mia vita l’ho avuto diversi anni fa, 9 per la precisione.

Conosco un ragazzo, meraviglioso ai miei giovani occhi.
Mi chiede di uscire.

Passato il momento “Non ci posso credere, passatemi i sali che svengo”, arriva quello del “penso a come prepararmi già una settimana prima”.
Pianifico tutto nei minimi dettagli per arrivare preparata. Parrucchiera prenotata, vestito scelto, ceretta fatta. Splendida splendente.

Arriva la vigilia dell’incontro.
Dopo le classiche 3 ore passate al telefono con la mia migliore amica, vado a letto e riposo beata.
Tutto mi sembrava un sogno.

Il giorno X mi sveglio.
Mi dirigo saltellante verso il bagno con un sorrisone degno della miglior sostanza stupefacente assumibile e lì mi blocco. Impietrita osservo la mia immagine riflessa.
Orrore. Schifo. Terrore.
Sul mio mento, che sarà grande circa 2 cm, era spuntato un brufolo grosso almeno 5!
Avevo sentito un leggero fastidio i giorni prima, ma pensavo di essere stata punta da un insetto o che ne so.
Questa è la maledizione del brufolo: più sei presa di lui/lei, più alte saranno le probabilità che ti compaia una schifezza sulla faccia il giorno del fatidico appuntamento.

Niente panico. Dio ci ha dato il trucco per casi come questi.
Arriva il momento di uscire e il mio make up ha nascosto il difetto alla perfezione, se non fosse per una strana cunetta un po’ rossiccia che spunta lì sotto.
Ma porcaccia vacca.

Incontro lui, scegliendo di proposito un luogo un po’ in penombra.
Lui stupendo, al limite del perfetto.
Te pareva.

Non potete capire la mia esultanza interiore quando ho scoperto che il ristorante scelto da lui aveva solo luci soffuse di candele.
Dio esiste e mi ama.

Iniziamo la nostra cena e la conversazione è abbastanza piacevole, ma non come nelle mie fantasie.
Fino a quando, dopo l’antipasto, mi ricordo del terzo incomodo. Il brufolo.
D’istinto la mia mano cerca di coprire la vergogna assumendo una posa plastica tipo statua “Il Pensatore” . Penso di averla fatta franca, lo ammetto. Fino a quando lui decide di spostare la mia mano e rimetterla al suo posto, sul tavolo.
Cioè, a meno che tu non abbia un’irrefrenabile voglia di baciarmi la mia mano deve restare lì, questione di vita o di morte.

Peccato che lui non la pensasse nello stesso modo e per innumerevoli volte (che magari sono state solo due, ma a me sono sembrate infinite) abbiamo giocato a: Metti la mano sul mento, togli la mano dal mento.
Le chiacchiere continuano e, sarà per il mio disagio o sarà che non ci prendiamo proprio, la serata mi sembra un po’ deludente. Il cuore batte a mille, ma la connessione non c’è.

Finito di cenare lui insiste per andare in un locale di Milano un po’ troppo fighetto per i miei gusti. Io accetto contro voglia.
Altro punto a sfavore.

Poco prima di arrivare lui si blocca e il suo sguardo si perde nel vuoto.
Oddio, ha visto bene il mio brufolo alla luce e adesso sta cercando la via di fuga.
E invece no.
Ho visto la mia ex. Via via viaaaa!
Mi prende per mano e camminiamo più veloci di quando iniziano i saldi e vuoi arrivare prima di tutte da Zara.
Le sue quotazioni puntano irreversibilmente verso il baratro. Suppongo che da qui non si possa più risalire.
Forse il brufolo era solo un segno divino che urlava “No, non andare!”. Chi lo sa.

Presa dallo sconforto chiamiamo un taxi che ci riporti alle nostre auto.
Quasi sollevata di essere sulla via del ritorno e quasi totalmente al buio, se non per qualche luce della strada, comincio – per assurdo- a rilassarmi.
Ma si sa, a Milano se prendi un taxi può succedere di tutto.
La tassista in questione, infatti, era una donna totalmente ubriaca a giudicare dalla sua guida.
Finalmente lui si stringe a me, anche se la sua era paura e non desiderio.
Sarà anche un po’ snob, ma il suo profumo è spaziale.

Scendiamo dalla macchina infernale e quasi voglio baciare la terra per la gioia di essere arrivati sani e salvi.
Invece lui bacia me.
Se nella conversazione ha preso un’insufficienza, qui si merita la lode. Bisogna ammetterlo.

E così finisce il peggior appuntamento della mia vita.
Che fine ha fatto quel ragazzo?
Dopo una lunga serie di eventi (molto particolari) adesso dorme di fianco a me tutte le notti.
Con lui niente è mai stato banale.

Ps. La sua conversazione è migliorata e io…non ho più avuto brufoli di quella entità!

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