Un buon ambiente di lavoro, migliora le prestazioni. Questo si sa. Ma quando l’ambiente diventa virtuale è ancora meglio.
Sto parlando di Linkedin: “una piattaforma online di scambio di competenze e contatti fra professionisti, dove gli utenti possono dare visibilità alle proprie capacità distintive, alle proprie competenze e alla propria personalità”.
Leggendo l’articolo su Reuters ho appreso che su 800.000 iscritti in Italia, 300.000 sono donne.
Un buon numero direi.
Nell’articolo viene spiegato che il motivo di quest’affluenza al femminile è dovuta al fatto che le donne si sentono più protette dai tipici pregiudizi che ostacolerebbero la loro carriere.
Sono iscritta a Linkedin, ma non lo uso molto in verità, perché di fatto non sono ancora immersa nel mondo del lavoro, per cui nel frattempo prediligo Facebook, Twitter, ecc… (non si era capito?!). Ma questi dati mi fanno bene sperare, dato che:
• Non sarò studentessa a vita
• Tra qualche mese entrerò nella schiera dei : “ in cerca di occupazione”
• Uso il pc mattina, pomeriggio e sera per ogni mia esigenza o capriccio
• Credo fermamente che ci siano pregiudizi ,in alcuni ambienti lavorativi, contro le donne
Credo anche fermamente nella meritocrazia e nel dare spazio e strumenti a chi ha voglia di imparare e specializzarsi in un determinato campo (ma è un’altra storia). Dico questo anche perché ci sarà qualche maligno che leggendo questo post ( sperando che qualcuno lo legga, oltre a me) mi potrebbe accusare di femminismo. Il che è falso.