SOCIAL POLITICA

Mi sono accorta che in questi giorni, politica e social network sono sempre piu’ collegati tra loro.
Stamattina, mentre ascoltavo la rassegna stampa delle 7.00 su canale 5 ho notato che almeno la meta’ delle notizie riguardavano le minacce di morte fatte a Silvio Berlusconi su Facebook.
In effetti basta cercare un po’ e, i gruppi che inneggiano all’odio contro Berlusconi si sprecano.

Ma possibile che solo ora si siano accorti? (Ricordo che il gruppo incriminato e’ nato nel 2008).

Cosa e’ successo? Perche’ adesso?

Una possibile risposta me l’ha data il post del blog di Fabio Chiusi, IlNichilista, il quale afferma di essere l’artefice della scoperta del gruppo “Uccidiamo Berlusconi”.

Tutto (come scrive Chiusi) e’ iniziato con un articolo de “Il Giornale” che definiva preoccupante il numero dei partecipanti al gruppo anti-Berlusconi. Ad oggi, la faccenda si sta facendo seria. Tanto che Alfano ha deciso di agire e di aprire un’inchiesta.

Sui gruppi di Facebook, si sa, spesso e’ tutto fumo e niente arrosto. Ovvero tantissime parole e zero fatti. I numeri pero’ spaventano, e molto.
Come al solito, non voglio entrare nel merito della discussione politica.
Ma questo fatto mette in primo piano sia il grande pregio dei social network, ovvero l’eco potente che possono suscitare, sia il peggior difetto, ovvero l’uso sconsiderato che alcuni untenti ne fanno.
Siamo tutti liberissimi di dire e scivere quello che vogliamo (si spera), pero’ e’ anche vero che inneggiare alla morte di una persona e’ sbagliato. Soprattutto quando lo si fa cosi’ pubblicamente.

Facebook rischia, ora, di essere sottoposto a restrizioni.
Possibile che una comunita’ virtuale non si sappia regolare da sola? Evidentemente no e questo e’ il fatto piu’ grave.

Ma non solo di minacce è fatta la rete. Esiste chi si è mobilitato per chiedere le dimissioni del Premier, instituendo una vera e propria giornata chiamata: “No Berlusconi day” che si terrà il 5 dicembre.

Mentre c’è chi aderisce, c’è chi è contrariato.
Il sito del PDL suggerisce di scioperare su Facebook il primo novembre.

La “guerra” politica si è trasferita sui social network. Ci si attacca tra partiti, tra aderenti veri , o solo per “facciata”, ad uno o all’altro partito,ecc…

Ma sarà proprio il campo di battaglia ideale?

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