“LEGGIMI” SU FACEBOOK


Qualche giorno fa ho letto un post interessante di Mauro Lupi che rimanda ad un articolo in cui si dice che i giovani scrivono di più grazie ai social network e ai blog, e lo fanno in modo più mirato,ovvero per un pubblico. Articolo e post mi hanno fatto riflettere non tanto su questo punto, su cui ovviamente concordo, ma su un’idea che mi ronza nella mente da giorni, anzi, mesi!

Chi è utente di Facebook avrà certamente notato una certa tendeza, diffusa per lo più tra gli under 30, che si può riassumere così:

– messaggi di stato che sembrano essere avvertimenti minaciosi verso qualcuno di cui non si specifica il nome;
– iscrizione a gruppi negativi o ai tipici “Per tutti quelli che…”, in genere di stampo vendicativo (Es. “Avrò la mia vendetta in questa o nell’altra vita”. Tipica frase copiata dal film “Il Gladiatore”); provocatorio (Es. “Per tutte quelle che hanno uno sguardo gelido se le tradisci”. Mah…); gangsta/infatili (Es. “Ho sempre ragione io! Ho ragione anche quando dico di avere torto”.Con in aggiunta la foto di Fabrizio Corona con tanto di sguardo torvo. Doppio mah…).
Potrei andare avanti per ore ed ore.

Mi sono chiesta mille volte cosa spinge una persona a comportarsi così. La risposta credo che sia proprio la più semplice e la prima che mi è venuta in mente: ci sfoghiamo su Facebook perchè nella vita “reale” non possiamo o non riusciamo a farlo. Non ho di certo scoperto l’acqua calda, ovvio. Credo ,però, che sia interessante capire come i giovani si rapportino tra loro tramite i social network, che sono ormai come una seconda casa,come un rifugio. Per qualcuno sono come un diario, con la particolarità che è pubblico e che ci ASPETTIAMO consolazione immediata, qualora la chiedessimo. Un messaggio del tipo: “oggi sono triste, lasciatemi stare!”, vuol far intedere proprio il contrario, è una richiesta d’attenzione.

Questo tipo d’osservazione è puramente farina del mio sacco e siccome non sono una sociologa posso sbagliarmi.Osservando l’andamento delle varie bacheche, però, mi sento di dire che i social network sono il modo più veloce ed immediato per “parlare” di noi stessi senza dire una parola. Si può capire molto di più di una persona leggendo la sua pagina di Facebook pittosto che pranzando insieme a lei ogni giorno (due o tre dei miei cinque lettori abituali capiranno l’ironia di questa frase).

Sembra quasi che, gli innumerevoli strumenti tecnologici a nostra disposizione per comunicare vengano usati fin troppo bene e fin troppo spesso, mentre quelli semplici siano ormai troppo difficili da utilizzare.

Non è che forse ci siamo imprigriti o peggio ancora…ci nascondiamo dietro un pc per evitare di esporci?

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