CON FACEBOOK L’ALIBI E’ SERVITO

Un giovane ragazzo degli Stati Uniti, Rodney Bradford, si e’ servito di Facebook per provare la sua innocenza. Era stato accusato di furto, ma grazie al suo status aggiornato proprio nell’orario in cui il reato e’ stato commesso, si e’ fornito un alibi.

Il fatto importante e’ che tale alibi sia stato accettato dalla polizia. Sappiamo benissimo che non e’ necessario che sia proprio il “padrone” della pagina di Facebook ad aggiornarla, ma e’ sufficiente una qualsiasi persona con la password giusta ( e magari anche le indicazioni giuste, no?).

Ovviamente, non essendo a conoscenza di altro sul fatto e non essendo una poliziotta o cose simili, non posso permettermi di pronunciarmi sulla sentenza, magari questo ragazzo e’ davvero innocente. Pero’, concettualmente, usare Facebook o qualsiasi altro social network come alibi e’ rischioso.

Se lo facessero tutti, al mondo ci sarebbero una miriade di sante persone sempre al computer e altrettanti casi irrisolti.

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