DISCORSI AL RISTORANTE

Oggi è il 15 dicembre, tra 10 giorni è Natale.
Numero reagali comprati: 0. Tempo utile per fare spese: -1.

Sto anche organizzando il mio capodanno e spero che tutto vada secondo i piani…non aggiungo altro per scaramanzia.

Lo stress è alto, si dorme poco, si mangia molto e quando in una mail di lavoro scrivono “porta pene” al posto di “porta penne”, capisci che siamo tutti alla frutta. Frutta congelata visto il clima polare di questi giorni.

Per il resto il mortume totale. Niente gossip, niente scandali.
Neanche il mio matrimonio mancato fa più notizia.

Regnano solo canzoncine di natale e nasi colanti.

Gli unici momenti ironici ci sono stati regalati da sconosciuti a Roma, durante una cena al ristorante. Due ore e più di lite a 5cm da noi. Du palle immense.

Una lei e un lui sui 30/35 anni che discutevano sulla loro relazione amorosa. O meglio, lei gli urlava contro e lui ascoltava pacato.

Dopo un lungo elenco di nomi femminili e una serie infinita di “aho, ammazza, anvedi, stxxxo” e altri francesismi del genere, siamo arrivati al culmine della discussione.

Tema centrale: tette. Ovviamente.

Lei: “e Ilenia, ne vojamo parlà? Perchè le hai visto le tette, lo so. Ho visto su Facebook che sè fatta du bocce tante (gesto enfatico delle mani). Non dirmi che non le hai viste!”
-agitatatissima-

Lui: “mah, me pajono uguali a prima…”
-tranquillissimo-

Lei: “aaaaah vedi che le hai viste, marpionazzo! Te piacciono magari, eh? Tutte de plastica, grandi come na mongolfiera…la fiera der fintume proprio!”
-agitatissima, ormai paonazza-

Lui: impassibile.

A questo punto arriva il cameriere e lui ordina un caffè.

Lui: “Normale, non macchiato, perchè chò fretta, ho un appuntamento dopo”
-sorrisino beffardo. Della serie: “me hai scassato per du ore (ha scassato anche noi), ma nun me spezzo-

Lei: occhiataccia di fuoco.
-il massacro si avvicina-

La discussione è continuata fuori. Non abbiamo più avuto notizie dei due, ma ci auguriamo che lui sia ancora vivo.

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