Dal dottore… Nessuna pietà!


Torno a parlare di vecchietti.
A questo punto potrà sembrare che io sia un po’ fissata e in effetti è così: io li adoro!
Forse perchè grazie agli anni stupendi passati con il mio mitico bis-nonno (morto solo nel 2007)ho avuto la fortuna di osservare quel momento della vita che tutti temiamo, ma che tutti speriamo di conoscere.
Senza contare che i vecchietti (la maggior parte di loro almeno), sono teneri, simpatici e anche molto più svegli di quanto possiamo pensare.

L’altro giorno sono andata dal medico. “Vado presto, così batto sul tempo tutti”
Neanche a dirlo, 6 vecchini prima di me.

Entro nella sala d’aspetto, mi siedo e mi godo l’aria condizionata (fuori c’erano almeno 35 gradi).
La vecchina vicino a me non era dello stesso avviso: “Scusi dottore, dottoreeeeee…”

“Mi dica signora”

“Potrebbe abbassare l’aria, fa freddo qui!”

“Certo signora, ecco fatto!”

Ottima mossa, ho pensato subito e forse me lo si leggeva in faccia perchè dopo un nano secondo la vecchina ha attaccato bottone:
V:”Signorina, lei aveva caldo? No perchè sa, l’aria mi arrivava sulla pancia e non vorrei stare male…mi scusi sa…”
S:“Si figuri signora, ero solo un po’ accaldata, fuori fa molto caldo e…”
V:“Accaldata? Allora si sposti dall’aria, subito! Vada a sedersi più in là! Mi ascolti, le farà bene!”
S:“Emh…ok”

Mi sposto e si sposta anche lei. Eravamo al “sicuro”. Ovvero al caldo.

V:“Senta, ma lei, come si chiama?”
S:“Samantha”
V:“Anta?”
S:“No signora…Samantha” Ripeto ad alta voce.
V:“Manta?”
S:“Samantha, Samantha!” La gente cominciava a guardarmi.
V:“mmh…”

Se adesso mi dice “Santa” mi alzo e me ne vado!

V:“Amanda?”
S:“No, ma Amanda va bene lo stesso”

Inutile dire che qualcuno se la rideva bellamente nella saletta.

Dopo circa due ore d’attesa mancavano solo due signore prima di me, signore che per tutto il tempo non hanno fatto che ripetere: “Scusate, noi entriamo in due, ma abbiamo problematiche differenti. Abbiamo due problematiche, ma siccome siamo parenti entriamo in due”
Il dottore finalmente le chiama.
“Salve dottore noi entriamo…”

E nella mia testa, all’unisono con loro: “in due!”

Passano 20 minuti. Se fossi stata in un film sarebbe apparsa la scritta “20 minuti dopo”, ma nella realtà è apparso uno dei “pazzi” del paese.
Era accaldato, diceva cose senza senso e di difficile comprensione. Ho capito solo: “Urgente, posso entrare dal dottore subito?”.

Eh no. Cavolo no! Ho fatto finta di non capire.
Dopo aver ripetuto la frase più volte una signora ha suggerito di chiedere al prossimo se era disposto a farlo passare.

Il prossimo ero io.
“Il prossimo sono io, se mi assicura che è davvero una cosa di un minuto…”

Non ho fatto in tempo a finire la frase che una pioggia di parole ha travolto il poveretto.
“Eh no, troppo comodo! E poi sappiamo tutti che il dottore ti tiene almeno 10 minuti dentro, non può sbolognarti così”
“Scusi lei, deve fare la fila come tutti!”
“Senta, io sono stata operata all’anca e sono qui da 3 ore! Io aspetto e anche lei può aspettare!”
“Non faccia il furbo!”
“No no, lei è l’ultimo!”

“Guardi, è il turno di Amanda adesso!”

Eh si, Amanda…

Alla fine l’hanno fatto scappare, letteralmente.
Nessuna pietà per chi vuole passare davanti ai vecchini dal dottore, buono a sapersi.

Dopo altri 15 minuti era arrivato il mio turno.
Una volta finito sono uscita e ho salutato tutti i presenti.

V:”Abbiamo fatto alzare l’aria condizionata, faceva caldo qui!”
S:”Ma non l’aveva fatta abbassare prima?”
V:”Io? Ah si? Mah…comunque, mi stia bene signora Amanda!”

“Signora” e “Amanda” in una sola frase.
Inutile dire che sono tornata a casa in preda a una forte crisi d’identità, ma adorando ancora di più i vecchini del paese :-)!

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