Compromessi


Sono passati alcuni mesi e nonostante i caratterini che io e Mr. Roverselli ci ritroviamo -siamo due testacce dure-, non ci siamo ancora uccisi.
A dire il vero un giorno ci siamo picchiati un po’ per gioco, con i cuscini.
Ma era un gioco.
Almeno così mi ha fatto credere LUI.
Mi stanno venendo dei dubbi.

Tutte le persone sposate da qualche tempo mi hanno sempre ripetuto: “Bisogna fare dei compromessi per andare d’accordo”.
Che brutta la parola “compromessi”. L’ho sempre odiata.
“Io non ci sto, per me sarà diverso” – ho sempre pensato-.
L’amore non è mica un contratto di lavoro. No?

E alla fine, invece, nonostante quanto mi ero promessa anche io oggi mi ritrovo in questa situazione. E’ inevitabile quando si vive insieme.

Ma i Roverselli, chi li conosce lo sa, hanno un modo tutto loro di far fronte a certe situazioni…

Mr.: “Metti in ordine! Sei troppo disordinata!”
Io: muta. Muso lungo. Sguardo cupo.
Mr: “Non fare l’offesa. Sei d-i-s-o-r-d-i-n-a-t-a! E’ un dato di fatto!”.
Io: “Ok, metto a posto presto. Contento?”
Poi quel “presto” diventa “più tardi” poi “appena possibile” e infine si avvicina inesorabilmente a un “mai“.
Insomma, sono una donna che lavora per dindirindina (Rossella O’hara docet!) e ho delle priorità molto importanti nel mio tempo libero: trucco, parrucco, cazzeggio vario/ svacco sul divano.
Sono attività che vanno coltivate giorno per giorno altrimenti si perde il ritmo.

Prima dello scontro vero e proprio ci sono sempre delle avvisaglie:
LUI che si guarda in giro sconsolato alla ricerca di una maglia pulita, non addirittura stirata, ma solo pulita.
IO che butto lì la frase tattica: “Amore, tesoro, cucciolo, stasera stiro tutto e faccio la lavatrice. Amore, tesoro, dammi un bacino dai!

LUI che osserva il mio comodino pieno di roba (un sacco di oggetti impilati uno sopra l’altro con un ordine logico che solo io conosco) e poi butta lo sguardo sul suo, immacolato, e mi guarda perplesso.
IO che in un nano secondo corro verso il comodino e faccio sparire tutto dentro il cassetto: “Ecco, pulito!” -sorrisone e altro tentativo di corruzione attraverso baci e affini-.

LUI che si aggira per le stanze con un’espressione afflitta…
IO che faccio finta di niente e spero che non si accorga delle scarpe abbandonate in salotto, di nuovo.

Poi arriva il punto di rottura.

Mr.: “Basta, adesso basta! Devi sistemare!
Io:  Faccio l’offesa e non gli parlo.
Mr.: “Sono io quello che deve essere arrabbiato, non tu!“.
Io: “Si, ma tu sbagli i modi…” -classica scusa di noi donne, che di solito attacca. Soprattutto se ci aggiungi un tenero broncio-.

Molte coppie a questo punto arriverebbero a litigare furiosamente e magari a rovinarsi addirittura la serata andando a letto con un’ulcera perforante, grugniti, sbuffi vari e una sola frase in loop nella mente: “Quando mai ho deciso di andare a vivere con lei/lui“.

La soluzione made by Roverselli è un po’ diversa invece.
Questo perchè ho imparato la lezione quando, durante l’unica volta che siamo andati a letto arrabbiati l’uno con l’altra, LUI ha osato mangiare tutti i dolci che erano in casa – per dispetto- . Il giorno dopo, quando ormai era tornato il sereno, ho avuto il desiderio di mangiare un bel gelato e non ne ho trovato neanche l’ombra.
Io: “Amore, stasera ho proprio voglia di una bella coppa di gelato!
Mr.:”Emh…mi dispiace, troppo tardi…“- sorrisino perfido-.
Ci sono rimasta malissimo e ho capito che arrabbiarsi è sempre la soluzione sbagliata. Soprattutto quando il tuo ragazzo ti punisce togliendoti il cibo – Mr. Roverselli conosce bene i miei punti deboli-.

Io: “Amore, hai vinto. Pulisco e sistemo tutto, ma tu mi porti al giappo, altrimenti niente!
Mr.: “Ok. Ma devi promettere che ti sforzi di mantenere tutto in ordine anche dopo aver sistemato la prima volta!
Io: “Per un giappo farei tutto…no, cioè…per te amore mio!

Compromesso trovato. Coppia felice.
In fin dei conti non sono così male questi compromessi…

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