Chi vive sperando…


Ieri sera la Terra ha tremato un po’. E’ iniziato il Grande Fratello, di nuovo.
Io non l’ho guardato perché avrebbe potuto causarmi un’ulcera perforante immediata, ma immagino che un sacco di persone l’abbiano visto (anche perché altrimenti non si spiegherebbe come Diavolo sono riusciti ad arrivare alla 12esima edizione!).

Mi chiedo perché certa gente, per la maggior parte ignorante come una capra, riesca a guadagnare in pochissimo tempo -e senza avere particolari abilità se non quella di essere un buffone- quello che una persona normale non riuscirà mai a guadagnare in tutta una vita di -onesto- lavoro.

Ecco, solo per questo io prenderei quella casa e la brucerei (senza nessuno dentro, è ovvio ^-^).

La cosa peggiore è che queste persone vengono addirittura ammirate. Ci sono ragazzini che prendono come esempio i concorrenti e credono che un bel culo, un tatuaggio e un italiano spesso degno di un bambino di 6 anni -straniero- siano parte di un modello da seguire e imitare. 

Mio padre, come tantissimi padri, si spacca la schiena da quando era ragazzino. Non sarebbero quelli come lui da ammirare davvero? Quelli che varrebbe davvero la pena prendere come esempio?
Quelli che si ammazzano di fatica pur di permettere ai loro figli un benessere che spesso neanche si meritano.

Il concetto di lavoro viene totalmente stravolto oggi.
Mah.

Visto da un altro punto di vista,però, partecipare al Grande Fratello (e tutto quello che ne consegue dopo) è un modo semplice e veloce per fare soldi.
Diciamocelo, è una cosa che fa gola a tutti. Me per prima visto che ho pur sempre un affitto da pagare, delle spese e magari qualche volta vorrei anche togliermi degli sfizi.
Alcuni, poi, lo vivono addirittura come una sorta di riscatto sociale da una vita che ha dato loro solo tristezze e ingiustizie.

Nella mia realtà ci si riscatta in altri modi. Nella mia realtà l’unico modo per non rendere vani gli sforzi fatti dai miei genitori -e da me- è mettercela sempre tutta. Anche sbagliando magari, ma dare sempre il massimo, senza mai accontentarsi.
Contrariamente sarebbe come mancar loro di rispetto.

Mr. Roverselli una volta mi ha detto : “Tu credi nella Speranza”.
E’ vero.
E sappiamo tutti che chi vive sperando…

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