Segreti


 LUI e LEI a cena.

LUI si mise a raccontarle di quando una sua vecchia fiamma di gioventù lo ricontattò, qualche anno più tardi, per fargli sapere che era sposata, mamma e felice. Ergo, non si sarebbero più risentiti o rivisti perchè, altrimenti, lei avrebbe perso di nuovo la testa per LUI. Ne era certa e non poteva più permettersi questo lusso.

LEI in un attimo diventò rossa. LUI glielo fece notare. LEI, seppur non vedendosi, sentiva il calore incendiarle le guance, le tempie e il petto. Odiava il suo corpo per non esserle stato alleato in un momento così, per averla tradita.

LUI: “Tutto bene? Sei diventata tutta rossa, ho detto qualcosa che non va?”
LEI: “No, no. Sarà stato il vino. Fa caldo qui, non trovi?”
Non faceva caldo e il vino l’aveva appena sorseggiato.  Le domande di LUI continuarono, ma LEI non riuscì a dire altro se non: “Io so quanto le è costato dirti quella cosa. Io la capisco.” nella totale confusione di LUI.
LEI cercò di porre fine alla conversazione e alla serata perchè sentiva che non sarebbe più riuscita a dire neanche una parola senza scoppiare in lacrime. “Posso essere così stupida?” si ripeteva nella mente.
LUI divenne curioso e si innervosì capendo che LEI aveva dovuto fare la stessa cosa, ma con chi? Chi era colui che non poteva rivedere senza perdere di nuovo la testa e che riusciva a farle cambiare in quel modo umore -e colore-?

Pagarono, salutarono la cameriera usando il loro miglior sorriso di cortesia e uscirono.
Entrarono in macchina e LUI la tempestò di domande. Voleva sapere a tutti costi quel nome.
LEI non riusciva a emettere un suono, continuava a pensare a quando si era costretta a dimenticare, a quando si era sforzata di non amare, a quando aveva volontariamente strappato dal suo cuore e dalla sua testa quella persona, cancellando numeri, non rispondendo alle chiamate o ai messaggi. Creando un alone di vuoto intorno ai ricordi.
E in un attimo, senza nemmeno rendersene conto, cominciò a piangere. Le lacrime sembravano avere vita propria, LEI si sforzava di non farle uscire, ma era impossibile.

LUI fermò la macchina. Sempre più nervoso.
“Adesso mi dici il nome o scendi qui.”
LEI fece un respiro. Attese qualche secondo, sperando che le lacrime le dessero un po’ di tregua e con un filo di voce disse: “Sei tu.”
Silenzio.
LEI: “Però a giudicare da dove siamo ora direi che non sono riuscita molto bene nel mio intento…”

Si baciarono e tornarono a casa.
LUI più sereno, LEI con un segreto in meno.

“Non puoi reprimere te stessa per sempre.”

#raccontibrevi

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