Una milanese a Vicenza: nostalgia


E’ passato un mese da quando sono andata via da Milano.
Nonostante avessi immaginato come mi sarei sentita, viverlo è tutta un’altra storia.

Sento la mancanza di tantissime cose, alcune delle quali non avrei mai creduto che potessero mancarmi:

Il ritardo del treno delle 8.18 che mi consentiva di prendere il caffè al bar della stazione, fare due chiacchiere con le proprietarie e iniziare la giornata di buon umore.

Il barbone vicino a Cadorna che incrociavo tutte le mattine andando al lavoro e che ogni giorno e con qualsiasi temperatura e condizione atmosferica, disegnava segnalibri dalle stampe floreali e aveva un’aria davvero molto impegnata, proprio come un vero impiegato milanese.

Il gossip furtivo nel bagno dell’ufficio e gli abbracci pomeridiani alla mia scrivania.

Il ritorante cinese vicino casa e le mangiate selvagge con le amiche.

Sapere di avere a due passi da me la mia migliore amica.

Il divano rosso di casa la sera, con sopra i miei.

Parlare “social-minchia” senza essere guardata come un alieno: “sherami il file“, “embedda il video“, “schedula il post” e fare cose “social-minchia” come scattare foto compulsivamente a cibi senza essere considerata schizzata, bensì colei che sta facendo una foto identica alla persona che le sta di fianco, nello stesso momento, nello stesso posto.

Il muro con le stampe delle frasi da ricordare. 

Trovare sempre un amico per un aperitivo post ufficio.

Le confessioni fatte davanti a calici di vino.

Per fortuna, per sentirmi nuovamente serena e scacciare la malinconia basta un abbraccio. Oppure dell’abbondante sushi.

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