Con tutto rispetto per Vicenza, Milano continua a essere al primissimo posto (fatta eccezione per Londra) nel mio cuore.
Devo darmi tempo.
E’ da poco che sono qui e non sento ancora “mia” questa città. Al momento direi proprio di avere un rapporto conflittuale con lei, ma su questo non mi dilungherò.
In questo post: solo cose belle!
La mia nuova casa e il mio nuovo paese (che non è Vicenza infatti) ho sentito sin da subito che potevo già considerarli un po’ miei.
Sarà che sono stata adottata, accudita, coccolata e soprattutto sfamata (e, per mia grande gioia, pure avvinazzata!) proprio come se fossi una figlia ritornata a casa dopo tanto tempo.
Una bella sensazione.
Sono le persone a rendere speciale un posto, non il contrario.
Dicono, infatti, che “casa” sia quel luogo dove senti di essere al sicuro e ti senti amata.
Questa affermazione la sento molto mia.
Sono sempre più convinta che non sia necessario avere legami di sangue per sentirsi parte di una famiglia. A volte sono proprio quelle persone che non hanno una reale parentela con te che ti trattano come se fossi più che una figlia.
Poi ovvio, l’abbraccio di tua madre è sempre qualcosa di unico e non paragonabile ad altro.
Le mie radici, a questo punto, si fanno ancora più contorte: natali milanesi (anzi, brianza pura!), origini pugliesi e cuore vicentino (anche il fegato ormai è da vicentina doc!).
Senza contare che i vari dialetti fluttuano nella mia testa e si incrociano. Un turbinio di: “wè, magnagàt, terùn, tosétta, scendi il cane abbash che lo piscio, ecc…” . Una totale confusione.
Io non ne parlo neanche uno, ma ogni tanto qualcuno mi prende in giro per le mie “e” un po’ troppo aperte e io mi diverto a enfatizzare ancora di più la cosa per riderci sopra.
Insomma, a questo quadretto manca solo una cosa: un piccolo esserino tenero e tutto mio da inserire in questa mega famiglia allargata.
Magari tra qualche mese potrei pensare di prendere un cane!