La sveglia del mattino suona alle 7.00.
Capita, a volte, di svegliarci poco prima che l’odioso suono dia inizio alle nostre giornate.
Ma poi restiamo lì, l’uno accanto all’altra.
In attesa.
Coccolati dal tepore delle nostra lenzuola, con un piede in questo mondo e uno nell’altro.
Precisa, scocca l’ora.
Allungo il braccio per posticipare il momento che tanto odio.
Cerco di voltarmi verso di te, ad occhi chiusi, per darti il buongiorno ma il tuo braccio è più veloce e mi rapisce in un attimo facendomi rotolare vicino al tuo viso, mentre la tua mano passa tra i miei capelli spettinati, accarezzandoli lentamente.
Solo allora apro gli occhi.
Ed eccolo lì, il tuo sorriso. La prima cosa che vedo la mattina e che riempie il mio cuore.
E poi le tue labbra, che salutano le mie, baciandole come se finalmente respirassero dopo una lunga apnea.
I nostri baci non conoscono la forza dell’inerzia, ma solo il calore di chi è felice di ritrovarsi.
Rimaniamo così. Stretti in una posizione tutta nostra, cullati dai nostri respiri, come se volessimo prolungare quel momento all’infinito.
“Ancora dieci minuti…”. Sussurro.
A quella frase mi stringi ancora più forte e io, tra le tue braccia, torno a sognare.
Fino alla prossima sveglia, fino al prossimo sorriso.