Ho preso appuntamento per rinnovare la patente e questo significa che sono passati ben 10 anni dai miei primi (e unici) 18.
Ne sono passate di tinte sotto i ponti, di uomini sbagliati, di grandi successi ed enormi delusioni.
Il mio peso è cresciuto, in proporzione con le responsabilità.
Ho tagliato dei rami e ho coltivato il mio orticello, piccolo ma pian piano sempre più solido.
Ho smesso di credere a chi si eleva a grande esempio di moralità e poi, sul più bello, commette scivoloni che riducono in mille pezzi giovani cuori.
Ti chiedono “Quando ti sposi?” prima di domandarti “Come stai?” e ti guardano con preoccupazione quando gli dici che non hai ancora figli, ma che sì, un secondo giro di bianco invece lo fai volentieri. Come posso cominciare a sognare per un’altra persona se non ho ancora finito con me?
Hai il Mondo in mano ma sei il risultato delle scelte che hai preso da (più) giovane. Quando la massima preoccupazione del giorno era “Joey sceglierà Dawson o Pecey?” e il tuo ombelico si sentiva a suo agio in mezzo a un jeans a vita bassa e un top.
Indubbiamente più libera. Di sbagliare.
Ma anche di uscire nel cuore della notte e correre da lui. Di prendere quelle decisioni che ti cambiano la vita e di cui, qualsiasi cosa accada, non ti pentirai mai.
Libera di passare il pomeriggio tra le lenzuola e di farti portare l’aperitivo a letto. Tenendo il bicchiere con una mano e accarezzando i suoi capelli con l’altra.
Sono passati 10 anni e questa è un’età balorda. E Dio solo sa quanto me la sto godendo.